Abbiamo tutti le nostre idee sullo scrivere.

Per alcuni è un supplizio da quando hanno imparato a farlo. Al solo ricordo di pensierini e temi assegnati durante la scuola, provano ancora un senso di disgusto, rabbia, voglia di fuggire

Per altri invece, il momento dello scrivere è da sempre un appuntamento essenziale che magari ha cambiato forma e modo con lo scorrere del tempo, ma che non ha perso quella misteriosa capacità di farci sentire meglio. 

Ci sono persone che si raccontano attraverso le pagine di un diario infinito.

Altre che sfidano il giudizio e, aiutati dalla fantasia, danno vita a storie piene di eventi, episodi, personaggi, molti dei quali portano dentro di loro quegli aspetti positivi o negativi che hanno caratterizzato certi incontri dell'infanzia o dell'età adulta. 

Insomma ognuno di noi ha un valido motivo per scrivere (ed ovviamente anche per non scrivere), e poiché questo blog è indirizzato a chi vede e sente nella scrittura una fidata compagnia di viaggio, non c'è ragione per non condividere quello che riteniamo essere un testo che ci rappresenta, ci piace, ci inorgoglisce. 

Domani sarà Ferragosto. 

Vi propongo, come augurio, una poesia di Ch'eng Siao e se ne aveste voglia, nei prossimi giorni, potreste postare nei commenti la descrizione di un vostro Ferragosto. 


Io lo leggerei volentieri. 


CONTRO LE VISITE DI AGOSTO

Ai tempi miei nella stagione torrida non andavan carrozze per le strade.

A porte chiuse ognuno giaceva al fresco o, se usciva, non era per far visite.

Oggidì, tipi rozzi ed ignoranti quando sentono il caldo si incamminano verso la porta di un amico. 

Il misero padron di casa cheli sente giungere si immusonisce, ma non trova scampo. «Non c'è nulla da fare. Bisogna alzarsi per aprire la porta.»

E coricato sul giaciglio comodo geme e sospira. La conversazione non accenna a finire. Oh! Quante cose dice e come ciaccola!

Siamo già mezzi morti quando chiede se mai non lo si trovi un po' stancante. Un braccio è già quasi spezzato a furia di agitare il ventaglio, e il sudore giù per il collo va correndo a rivoli. 

Non mi dite che questo è affar di poco: io tale costumanza la considero una macchia nel vivere sociale.

Avverto quindi tutti i ben pensanti: non si dovran d'agosto ammetter visite. 

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