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Che sia un buon week-end ...

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Ama, sogna, viaggia, attendi, gioca, respingi, scegli, metti te stess* al prima posto, fai tutto quello che ti fa star bene, leggi. Il sottile confine di Patrizia Cancelliere   L'ho già visto quel viso , pensai guardando l'uomo sdraiato sul lettino accanto al mio e mi ci vollero ore per ricordare dove. Tutta colpa del fritto misto mangiato, anzi divorato, a pranzo, che mi pesava sullo stomaco come una lavatrice. Sapevo che, tornare in spiaggia a fare la pennichella al sole, non era una buona idea ma i pochi giorni di vacanza andavano sfruttati al massimo e, per l’abbronzatura, valeva la pena di correre qualche rischio. Addormentarmi di botto fu cosa di un attimo. La bocca semiaperta, un filino di saliva che colava sull’asciugamano, e sognai che un grosso gambero mi inseguiva per mangiarmi; la vendetta del fritto misto, di sicuro. Un pallone, lanciato in modo maldestro, colpì il lettino proprio mentre il gambero mi aveva acchiappata. Mi svegliai di soprassalto, spaventata, e,...

Buon caldo giovedì!

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  C'era un cinese ...   di Gianna Fossati “L’ho già visto quel viso!”pensai guardando l’uomo sdraiato nel lettino accanto al mio e mi ci vollero ore per ricordare dove. Sono arrivata alla spiaggia di primo mattino per sfruttare le ore migliori . Mi sprofondo nella sdraio proprio nel momento in cui una voce gentile mi rivolge un “Ciao! Come va?” Osservo subito il profilo orientale del mio vicino. Un cinese. E chi è? Mi affretto a rispondere: ”Ciao! Bene, grazie!” Una risposta neutra, educata, come si conviene a una signora della mia età e intanto penso che “Ciao!” lo dico a tutti i cinesi che incontro, ma questo che ci azzecca? Ha i capelli neri tagliati a spazzola, corporatura magra ma non scarna. Quanti anni può avere ? Non azzardo ipotesi. Sembrano tutti uguali. Nel frattempo mi faccio un film. Non è il fruttivendolo del mercato perché lo riconoscerei. E neanche il commesso dell’emporio dove ho comprato le infradito: a quest’ora è dietro il bancone. Lui continua: ”Anche tu s...

Immaginare, ricordare, creare, narrare ...

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  L’ho già visto quel viso di Emilia Bove   “L’ho già visto quel viso”, pensai guardando l’uomo sdraiato sul lettino accanto al mio e ci vollero ore per ricordare dove. In quel tempo passato uno a fianco all’altro senza dire una parola, avevo cercato di farmi venire in mente dove avessi potuto conoscerlo. Siccome dove ci trovavamo non c’era molto da fare ed in qualche modo bisognava trascorrere quell’intervallo prima che ci portassero al reparto a cui eravamo destinati, lo studiai molto bene ma inutilmente.  Il suo viso aveva profonde rughe che denotavano che avesse sofferto in un passato relativamente recente, ma ora era stranamente calmo e rilassato come se si fosse lasciato alle spalle tutto senza rimpianti. Non riuscivo proprio  a ricordare  dove l’avessi visto eppure avevo passato in rassegna tante esperienze della mia vita ma nessuna sembrava includere quel viso, probabilmente dovevo tornare ancora più indietro con il tempo. Intanto attorno a noi ...

Buona domenica di fine giugno.

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  L 'ho già visto quel viso di Roberto Ghione   L'ho già visto, quel viso, pensai guardando l'uomo sdraiato sul lettino accanto al mio e mi ci vollero ore per ricordare dove. Su un lettino accanto al mio c'è un uomo sdraiato, mi sorride, il suo sguardo è dolce, i sui occhi magnetici sembrano leggermi dentro. Conosco quel viso, sono certo di averlo già visto, ma non ricordo dove. Nei sogni il tempo si riduce, un'ora, un giorno, una notte possono diventare un attimo. Gli chiedo se ci siamo già incontrati, risponde che è possibile, quelli come lui sono sparsi un po' ovunque in mezzo a noi, ma questa volta è venuto apposta per me. Le persone inserite nel suo elenco, di cui io faccio parte, hanno preso consapevolezza dei passi falsi commessi durante la vita e vorrebbero, nell'ultima parte della loro esistenza, almeno in parte, rimediare. Per questo, i suoi superiori, hanno deciso di concedermi più tempo. Gli chiedo se ce ne sono tanti come me. “Non tantissimi” ri...

Buon fine settimana in compagnia di un nuovo racconto!

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  Un uomo affascinante quel Giacomo Casanova, mi piacerebbe che si accorgesse di me. di Emilia Bove.   Eccolo! Giacomo Casanova sta scendendo le scale e si avvia lungo la passeggiata che si snoda lungo il   mare. E’ di un’eleganza impareggiabile, quel suo modo di guardarsi attorno, di soffermarsi sui particolari e di osservare sfacciatamente gli occhi delle donne che   lo seguono eccitate mentre si avvia verso la spiaggia lo rendono ancora più affascinante.   In realtà il suo nome all’anagrafe è Giacomo Casanov ma tutti lo conoscono con il nome del grande avventuriero vissuto nel 1700, l’assonanza è stata naturale.   Ed anche la sua galanteria e la sua audacia sono uguali a quelle del suo omonimo.   Le mie amiche al suo passaggio scoppiano in risolini isterici, non riescono proprio a controllarsi, sono tutte agghindate e volutamente si sono   messe in vetrina perché ognuna di loro desidera essere guardata, anche solo per il gusto di dire...
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  Nomen omen? di Patrizia Cancelliere   Un uomo affascinante, quel Giacomo Casanova, mi piacerebbe che si accorgesse di me! Avevano entrambi 18 anni, ma Emily lo vedeva come un uomo a causa di una distorta interpretazione delle recenti parole di sua madre.   “Sei diventata maggiorenne, ormai sei una donna!” aveva affermato la genitrice, totalmente digiuna degli elementi basilari di psicologia dell’adolescenza, facendole gli auguri di compleanno. Donne, uomini, ecco cos’erano diventati, in un attimo! La presa di coscienza aveva tramortito Emily. Era una donna e quindi, secondo la sua personale convinzione, una vecchia. E, quel che è peggio, era ancora portatrice di una verginità che le pesava addosso, la faceva sentire diversa dalle sue compagne che da parecchi anni, avevano assaggiato il frutto proibito e la consideravano una sfigata. Data l’urgenza, a lungo aveva meditato di concedersi a Mario Rossi di III B che si riproponeva ciclicamente con pervicacia, in barba ai ...

Narrazioni estive Unitre Alessandria

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Buon inizio di settimana e buona lettura con un racconto dalle partecipanti al corso di scrittura creatina dell'Unitre di Alessandria.  Lo sguardo di Alessandra Santoboni   E se con un fantastico quanto assurdo salto temporale avessi la possibilità di incontrare oggi il grande Casanova? Se questo fosse possibile cosa gli direi? Come mi comporterei e meglio ancora come mi sentirei? Sicuramente come mi sento adesso perché ci crediate o no credo sia seduto di fronte a me in questa piccola stazione che dal mare mi riporta a casa. Come faccio a capire che è lui vi chiederete gli occhi, gli occhi non mentono mai e io quegli occhi quel viso, quello sguardo li avevo visti tempo indietro in un ritratto e li avrei riconosciuti tra mille. Il suo sguardo dolce e "penetrante" al tempo stesso, da subito mi avevano dato sentore di essere di fronte al grande seduttore ma poi lo chiamarono: "Giacomo!" Era la voce di una donna, non più giovanissima ma dai lineamenti gen...