Buona domenica di fine giugno.
L'ho già visto quel visodi Roberto Ghione
L'ho già visto, quel viso,
pensai guardando l'uomo sdraiato sul lettino accanto al mio e mi ci vollero ore
per ricordare dove.
Su un lettino accanto al mio
c'è un uomo sdraiato, mi sorride, il suo sguardo è dolce, i sui occhi magnetici
sembrano leggermi dentro.
Conosco quel viso, sono certo
di averlo già visto, ma non ricordo dove.
Nei sogni il tempo si riduce,
un'ora, un giorno, una notte possono diventare un attimo.
Gli chiedo se ci siamo già
incontrati, risponde che è possibile, quelli come lui sono sparsi un po'
ovunque in mezzo a noi, ma questa volta è venuto apposta per me.
Le persone inserite nel suo
elenco, di cui io faccio parte, hanno preso consapevolezza dei passi falsi
commessi durante la vita e vorrebbero, nell'ultima parte della loro esistenza,
almeno in parte, rimediare.
Per questo, i suoi superiori,
hanno deciso di concedermi più tempo.
Gli chiedo se ce ne sono tanti
come me. “Non tantissimi” risponde, i più numerosi fanno parte di un altro
settore che, per fortuna, non gli è stato assegnato."
Allora gli domando se quelli
come me riescono tutti a rimediare.
Risponde che dipende solo da
noi, loro non possono intervenire.
Apro gli occhi, una maschera
per l'ossigeno mi aiuta a respirare, al mio fianco qualcosa scandisce i battiti
del mio cuore. Qualcuno sussurra: “dovrebbe cavarsela, un'ora più tardi sarebbe
stata letale.”
Chiedo ad un'infermiera dove è
finito l'uomo sul lettino accanto, risponde che siamo in rianimazione, l'unico
letto qui è il mio.
Trovo uno spaccato di vita che mi appartiene, che frequento spesso nelle ore più lunghe, durante la notte. Rimediare si è la prima cosa, a volte accade.
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