Post

Visualizzazione dei post da giugno 16, 2024

Il racconto di Patrizia.

Immagine
 Il racconto di oggi, anche lui con l'incipit di Cronin ha come protagonisti personaggi diversi. Ciò che invece accomuna i testi proposti, come mi ha fatto  notare proprio l'autrice di Ida e Ugo è l'ambientazione, in tutti estiva, come se i pomeriggi "vacui e irreali" fossero una prerogativa delle giornate calde.    Ida e Ugo di Patrizia Cancelliere   Ogni sera alle sei un senso di attesa riempiva la casa, animando il lungo pomeriggio vacuo e irreale. In effetti, il tempo, dopo il pranzo, trascorreva lentissimo. Nella calura di un mese di luglio torrido, le persiane chiuse offrivano una penombra che non aveva niente di fresco ma la poca corrente d’aria che circolava per le stanze era sufficiente per sopportare quelle ore infuocate in attesa del fresco della sera. Solo la portafinestra della cucina rimaneva aperta, schermata dalla pesante tenda; al terzo piano è difficile che i ladri arrivino arrampicandosi e poi l’appartamento non era di certo abbandonato a

Il racconto di Emilia

Immagine
  Ecco il terzo racconto con l'incipit tratto da un libro di Cronin.  Ogni sera alle sei un senso di attesa riempiva la casa, animando il lungo pomeriggio vacuo e irreale.   di Emilia Bove Quei pomeriggi silenziosi erano disturbati solo dalla quotidianità semplice di mille gesti e rumori che scivolavano invisibili nei corridoi e nelle piccole stanze: un rubinetto che si apriva, un’imposta che si socchiudeva, un cane che abbaiava in lontananza… Io e mia madre ognuna nel suo mondo, in quei pomeriggi di estate, inseguivamo le nostre abitudini e quando ci incrociavamo nei corridoi, ci scambiavamo uno sguardo, poche parole, nel timore di infrangere quella quiete e rompere l’incantesimo dell’attesa.   Io facevo i compiti, giocavo con le bambole o leggevo, solo a volte tendevo l’orecchio per sentire i passi silenziosi di mia madre che si aggiravano per casa, aveva sempre qualcosa da fare, lo sguardo sereno ma mai un sorriso, una risata spontanea.   Non mi ero mai chiesta se fosse

Il racconto di Marisa

Immagine
E' difficile per un lettore stabilire cosa di ciò che l'autore scrive è reale o fantastico. Cosa corrisponde a una sua esperienza concreta e cosa invece, di ciò sta condividendo, è ispirato dal passato, dal vissuto, dalla vita. Vi propongo il secondo testo creativo dell'estate. Ogni sera alle sei... di Marisa Maino La lettera era arrivata, da parecchio ormai, quando nessuno se l'aspettava più. Anche il desiderio di averla - quella lettera - a testimonianza che Lui c'era, era vivo, stava   per tornare   tra di   loro, si era come "impallidito" (ma "impallidisce" un desiderio?  Si quando   da vivo e forte piano piano si   attenua. Come un ciottolo su di una   spiaggia, un ciottolo   che   l'onda  con il suo andirivieni quasi sempre tranquillo ma talora violento e come rabbioso, trascina levigandolo, assottigliandolo, togliendogli ogni asperità   di superficie, rendendolo   sempre   più sottile e fragile). Invece era arrivata, la lettera, e q