Il racconto di Patrizia.

 Il racconto di oggi, anche lui con l'incipit di Cronin ha come protagonisti personaggi diversi. Ciò che invece accomuna i testi proposti, come mi ha fatto  notare proprio l'autrice di Ida e Ugo è l'ambientazione, in tutti estiva, come se i pomeriggi "vacui e irreali" fossero una prerogativa delle giornate calde. 

 

Ida e Ugo
di Patrizia Cancelliere 

Ogni sera alle sei un senso di attesa riempiva la casa, animando il lungo pomeriggio vacuo e irreale.

In effetti, il tempo, dopo il pranzo, trascorreva lentissimo. Nella calura di un mese di luglio torrido, le persiane chiuse offrivano una penombra che non aveva niente di fresco ma la poca corrente d’aria che circolava per le stanze era sufficiente per sopportare quelle ore infuocate in attesa del fresco della sera.

Solo la portafinestra della cucina rimaneva aperta, schermata dalla pesante tenda; al terzo piano è difficile che i ladri arrivino arrampicandosi e poi l’appartamento non era di certo abbandonato a se stesso.

Due erano gli occupanti e si trascinavano da una stanza all’altra, indolenti e annoiati.

“Che faccio oggi?” si chiedeva puntualmente Ida, in cerca di un’ispirazione per far passare meglio e più in fretta il tempo.

“Quasi quasi mi dedico ai libri” pensava “quelli che sono in basso, sulla cassapanca vicino alla lampada, sono nuovi e belli spessi; meritano una occhiata da molto vicino. Sono del tipo con la copertina dura, li preferisco ai tascabili mollicci, sono solidi e robusti, piacevoli da maneggiare.”

Restava a lungo indecisa, poi il troppo caldo la faceva desistere e allora si allungava sul divano, coperto da una fresca fodera di cotone, determinata, in mancanza di attività più stimolanti, a farsi una pennichella rigenerante.

Ugo era più giovane e meno filosofo della compagna.

La sua inquietudine lo spingeva ad andare avanti e indietro per la casa senza uno scopo e non trovava mai pace; per questo, alla sera, dopo aver cenato e fatto un giretto prima di andare a dormire, crollava sulla sua poltrona preferita, si addormentava di colpo e non lo svegliavano neanche le cannonate, nemmeno il gatto Rocco che, sfacciatamente, si avvicinava ad annusargli il naso.

Sfidando il caldo, Ugo passava parecchio tempo sul balcone e si divertiva a guardare quello che succedeva nel giardinetto sotto casa. 

Osservava con attenzione soprattutto i bambini che giocavano a palla, dispiacendosi di non poter partecipare anche lui a quei giochi che gli piacevano tanto.

Finalmente, il campanile vicino batteva sei rintocchi e Ugo si faceva attento.

Dopo pochi minuti compariva Lui.

Ugo non poteva sbagliarsi, i pedali della sua bicicletta facevano un rumore inconfondibile che si sentiva benissimo anche da quella distanza.

Correva a svegliare Ida.

“Alzati, sta arrivando! Presto, alzati!”

Ida aveva il sonno pesante ma, quando Lui entrava in casa, lei e Ugo erano vicino alla porta, accanto alla cesta dei guinzagli, pronti a fargli le feste e ad accompagnarlo in una lunga passeggiata per difenderlo dai pericoli del mondo.




 

 

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