Ultimo racconto di luglio.

Fissare intensamente di Patrizia Cancelliere Non abbandonava con gli occhi quella finestra dai vetri sporchi, dalla tenda di velluto cremisi che risaliva al tempo di Luigi Filippo. E anche quel giorno, come ogni altro, la sua pazienza fu premiata. Nel suo cuore sapeva che, prima o poi, lei si sarebbe affacciata e allora lui sarebbe stato felice. E quindi non gli era pesante aspettare, lo faceva sempre, più o meno alla stessa ora. Arrivava quasi con indifferenza, guardandosi intorno e fingendo di osservare quel panorama che, in verità, conosceva a memoria. Se era estate o c’era il sole forte, si fermava un pochino sotto la grande quercia, a rinfrescarsi all’ombra della sua chioma spessa e, a volte, faceva una sosta lì anche se pioveva o nevicava, sebbene l’acqua che gli scorreva addosso non lo infastidisse più di tanto. I fiocchi di neve che gli svolazzavano davanti agli occhi lo rallegravano e, quando era di buon umore, in un gioco infantile, cercava di af...