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Visualizzazione dei post da agosto 3, 2025

Buon fine settimana!

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  Sveta di Patrizia Cancelliere   Trovai la lettera nel terzo cassetto dell'armadio, nascosta sotto magliette sbiadite e fuori moda. Mamma sapeva che, quando lei se ne fosse andata, avrei passato del tempo fra le sue cose per sentirla ancora vicina, per non lasciarla del tutto e quindi era certa che l’avrei trovata.   L’aveva conservata per me, per darmi la possibilità di prendere la decisione più importante della mia vita. Aprii la busta, indirizzata a lei, e lessi:   Cara Emilia,   mi chiamo Svetlana, Sveta per gli amici e le persone care e sono la figlia di Pietro, l’uomo che è diventato suo marito. Sono nata in un paesino sul Don i cui abitanti hanno assistito con orrore alla disumana “ritirata di Russia” dei soldati italiani. Essi erano nemici per noi ma fra questi uomini, dispersi, che arrancavano a un passo dalla morte e i miei compaesani, donne, vecchi bambini, sfiniti dalla povertà e dalla medesima guerra, si stabilì un’incredibile comprensione ...

Buon giovedì di agosto!

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  Un marito attento di Roberto Ghione   Ciò detto, scende con lei in cucina e da' un' occhiata in giro, per vedere se ci sono novità a conferma delle sue teorie.   “ Vedi anche tu, Elide, la tovaglia messa da una parte e le sedie spostate come se qualcuno si fosse coricato sul tavolo.”   “ Ma Italo, ci saremo dimenticati di sistemare ieri sera. “   “ No Elide, io sono preciso, qui c è qualcosa che non va, una   presenza... non so, ma lo scoprirò, questa notte dormirò sul   divano in cucina e la vedremo!”   “ Ma Italo, non ti sembra di esagerare!”   “ Non esagero affatto, lo vedrai, tu dormi pure di sopra.”   Passata la notte Italo si sveglia imbronciato per essersi lasciato   cogliere dal sonno e con il disappunto di trovare tutto in ordine.   Sale in camera da letto e trova Elide appena sveglia.   “Elide, la finestra è aperta e come mai, dalla mia parte, il letto   è tutto disfatto?”   “ ...

Buon lunedì.

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                              Aretha Franklin di Gianna Fossati Trovai la lettera nel terzo cassetto dell’armadio, nascosta sotto magliette sbiadite e fuori moda. Oggi ho deciso, in preda a sacro furore, di ripulire l’armadio: è un lavoro che non amo affatto, ma quelle maglie che risalgono al Triassico gridano vendetta al cospetto di Dio. Al tatto sotto la lana sento della carta.   È una busta di forma allungata, senza francobollo e senza indirizzo, ma basta un attimo per individuare il mittente. La tua calligrafia è sempre stata inconfondibile: uno stampatello perfetto nella sua geometria. Zero punteggiatura. Nessuna indicazione di data né di luogo. Anche se di tue lettere ne ho poche, so già che il testo sarà telegrafico. Quando l’avrai scritta? Non lo so. Cerco di ricordare, ma non è facile. Eri senz’altro fuori città. Torino? Come al solito me l’avrai consegnata a mano, al ritorno. Mi pare ...