Buon fine settimana!

 

Sveta
di Patrizia Cancelliere 

Trovai la lettera nel terzo cassetto dell'armadio, nascosta sotto magliette sbiadite e fuori moda. Mamma sapeva che, quando lei se ne fosse andata, avrei passato del tempo fra le sue cose per sentirla ancora vicina, per non lasciarla del tutto e quindi era certa che l’avrei trovata.  L’aveva conservata per me, per darmi la possibilità di prendere la decisione più importante della mia vita.

Aprii la busta, indirizzata a lei, e lessi: 

Cara Emilia, 

mi chiamo Svetlana, Sveta per gli amici e le persone care e sono la figlia di Pietro, l’uomo che è diventato suo marito. Sono nata in un paesino sul Don i cui abitanti hanno assistito con orrore alla disumana “ritirata di Russia” dei soldati italiani. Essi erano nemici per noi ma fra questi uomini, dispersi, che arrancavano a un passo dalla morte e i miei compaesani, donne, vecchi bambini, sfiniti dalla povertà e dalla medesima guerra, si stabilì un’incredibile comprensione e una mutua assistenza, al di là delle difficoltà della lingua e delle appartenenze politiche. I soldati rimasero presso di noi per un periodo sufficiente perché mia madre, Maruška, e Pietro si innamorassero perdutamente l’uno dell’altra. Mia madre scoprì di essere incinta di me quando mio padre era già ripartito, dopo aver mescolato le sue lacrime a quelle di lei. Mi ha cresciuta parlandomi di questo uomo gentile e buono, venuto da lontano che le ha regalato, sia pure nella devastazione della guerra, un amore vero, l’unico che abbia mai avuto. La sua vita è stata breve ma siamo state felici, lei ed io, mi ha tanto amata e, quando ha saputo di essere molto malata, ha voluto che anche io conoscessi le poche informazioni che aveva perché potessi ritrovare mio padre. Ho cercato tanto, con caparbietà, con fatica, per poterlo abbracciare. So che Pietro ha sposato lei, Emilia, e spero che abbiate avuto una vita felice, la giusta ricompensa per lui per aver così tanto sofferto in gioventù. Purtroppo sono arrivata tardi, ho saputo che è morto da un anno e rimarrò per sempre con questa mancanza, con il rimpianto di non averlo incontrato. Ma so anche che ho una sorella e vorrei conoscere almeno lei per riallacciare quel filo che il destino ha spezzato con tanta indifferenza. Vivo lontana, in un paese che, quasi come allora, sente troppo parlare di guerra, non ho più i mezzi e la possibilità di muovermi per fare altre ricerche. La prego, Emilia, può comprendermi, aiutarmi e mettermi in contatto con sua figlia Valeria? Grazie, con tutto il cuore, 

                                                                             Sveta

Seguivano il cognome, l’indirizzo, il numero di telefono.

Controllai la data sulla lettera; era arrivata poco tempo prima della morte di mamma. Bene, pensai con gli occhi lucidi, è ora di conoscere questa sorella.



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