Quarto incontro di scrittura creativa.

 All'Unitre di Alessandria il laboratorio di scrittura è qualcosa di più di un un gruppo in cui sperimentare narrazioni e condividerle. 

E' un «luogo di confronto», uno spazio senza confini, in cui giocare e creare narrazioni fatte di ricordi, fantasie, momenti allegri ed altri meno. 

Un viaggio spesso tra passato e presente, tra ciò che eravamo e ciò che siamo, tra ciò che saremmo potuti essere e ciò che abbiamo deciso o potuto essere. 

Ma poiché quando scriviamo, spesso parliamo più a NOI che agli altri, un buon testo non dovrebbe solo piacerci, gratificarci ma anche far entrare nel mondo di cui stiamo parlando, chi ci ascolta.

Questo accadde ogni volta. Ed è un bel momento!


Quella volta in cui … di A.C. 

A volte la percezione sbagliata di una parola porta a interpretazioni del tutto distorte dalla realtà.

A questo proposito ricordo quella volta in cui presi un madornale abbaglio tragicomico.

Era giugno inoltrato, Edoardo aveva 6 anni e Carlo l’aveva portato in piscina a casa di amici per giocare con altri bambini.

Ero quindi libera da impegni familiari.

Avevo accettato l’invito di un’amica ce aveva organizzato nella casa di campagna un piccolo torneo di burraco.

Aveva disposto i tavoli sull’erba, all’ombra degli alberi di albicocche.

Era una splendida giornata di sole, ormai calda, stavamo giocando e chiacchierando amichevolmente al profumo dei fiori nelle ciotole intorno a noi e delle albucocche sopra le nostre teste.

Qualche amica nelle pause si alzava e ne raccoglieva un cestino per distribuirle sui tavoli.

In quella pace trillò un telefono. Era il mio.

Mio genero mi chiedeva concitato l’indirizzo della mia dentista di Alessandria, non avrebbe fatto in testo ad arrivare dal suo dentista di Torino.

«Che cosa è successo?» gli chiesi preoccupata.

«Edoardo è caduto sul bordo della piscina tuffandosi, ha battuto il mento e gli è saltato un dente. Non posso parlarti. Ho i denti in bocca.» E chiuse la comunicazione.

Rimasi interdetta e poi scoppiai a ridere, e con me risero le mie amiche a cui avevo riferito la telefonata! Dove avrebbe dovuto avere i denti se non in bocca?

Più tardi mio genero mi spiegò che il dente era stato riattaccato perché era riuscito a tenerlo nel liquido fisiologico della sua bocca. Per questo non si era dilungato: non aveva tempo da perdere.

Aveva detto «il dente» ed io avevo capito «i denti»!

Il dente aveva potuto essere riattaccato, ma non aveva poi tenuto. Era stato sostituito da un provvisorio, modificato successivamente negli anni, in base alla crescita di Edoardo.

Solo quest’anno è stato impiantato quello definitivo.

Edoardo ha 20 anni.





Commenti

  1. Bel racconto .Mi è piaciuto perché mi ha fatto provare le emozioni che lei descrive così bene.Il piacere di sentirsi un giorno libera, di trovarsi in quel paesaggio . Bravissima

    RispondiElimina
  2. "I denti in bocca", "il dente in bocca". Un divertentissimo qui pro quo!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Cosa accade ad un secondo incontro di scrittura creativa.

Undicesimo incontro di scrittura creativa.

Terzo incontro di Scrittura Creativa.