Diciottesimo incontro di scrittura creativa.

 

Proviamo sensazioni diverse al cospetto del tempo.
C’è chi ama il caldo, chi il freddo, chi la pioggia, chi il sole, chi la neve.
Rispetto al vento ho qualche dubbio, non mi è mai capitato di incontrare qualcuno che lo apprezzasse, ma non significa che non esista.
Ai miei allievi la scorsa settimana ho proposto un gioco creativo.
Sono state assegnate le parole: rumore, tintinnio, cassa, ticchettante, malinconia, fradicio, calma, uggiosa, frangia, sonno, impermeabili ed è stato chiesto loro di scrivere un breve racconto (massimo 2000 battute) dal titolo «Pioggia».
Ve ne propongo uno dei tanti prodotti e letti ieri pomeriggio.

 

Pioggia
di M.M.

L'estate volge al termine o, almeno, dovrebbe.

Domani è il primo di ottobre e, negli anni scorsi, il giardino era già pieno di foglie cadute: un meraviglioso tappeto dal giallo oro al marrone screziato, soffice sotto i passi e che, a volte, un venticello frizzante sparpagliava sulla via di accesso alla casa, via che avevo coscienziosamente ad inutilmente spazzato.

Lui dice: "visto che fai fatica tutti i giorni perché non le butti, 'ste foglie in un sacco ed eviti di fare la stessa fatica con le stesse foglie? Aspetta che cadano tutte e te ne sbarazzi nel cassonetto."  

Da quanti anni stiamo insieme? Beh, non ha ancora capito.

Io non mi sbarazzo delle foglie.

Quando sarà più umido e cominceranno le giornate di pioggia, io, le distribuirò, ammucchiandole, ai piedi di ogni albero del giardino.

Li marciranno a poco a poco, per l'acqua che verrà dal cielo e per le brine notturne. Il compito delle foglie non è terminato: con il loro distruggersi, a poco a poco, arricchiranno il terreno e daranno un nutrimento agli alberi. Questo mi ha insegnato mio padre che era un artista falegname ma veniva da una famiglia contadina e di alberi e legno sapeva tutto.

Ecco: le nuvole si sono fatte più scure, più basse.

Sta per arrivare, unico evento di questa giornata uggiosa, la pioggia.

In lontananza si ode un rumore cavernoso, un brontolio: è il tuono. Quella che sta per arrivare qui è la "frangia", per così dire, di un evento ancora lontano ma che si sta avvicinando.

La natura tutta sembra in attesa, come se fosse presa da un incantesimo, immersa in una calma innaturale.

Tu guardi dalla finestra. Eri approdata al letto, sperando di non esserci per un po', di dormire di non pensare ma il tintinnio dei campanellini che tuo figlio si è ostinato ad appendere all’ingresso (senti che suono carino, ma?) ti hanno costretta ad alzarti. Tanto il sonno non sarebbe arrivato.

È arrivata invece la malinconia che ti ispirano questa giornata uggiosa e di rumore ticchettante della pioggia che ormai è qui.

Guardi in cortile senza aprire i vetri e scopri che la cassa adibita temporaneamente a cuccia esterna per Rob, il cane, è vuota.

"Sarà uscito con Gianni - pensi" ma sei inquieta. "Dove sono? con quest'acqua". Mentre, afferrato il cellulare, stai per chiamare tuo figlio, lo vedi arrivare con Rob.

Apri e i due entrano di corsa. Lui è fradicio, nonostante l’impermeabile, i jeans, zuppi, sembrano neri anziché blu. Il cane è un pastore, e, con allegria, dire, si scuote vigorosamente per liberare un po' il suo pelo lungo dall'acqua. Di farlo smettere non me lo sogno neanche: è giusto così, è un cane intelligente!

Gianni appende l'impermeabile all'attaccapanni, accanto a quel di suo padre. Come mai l'adulto è rientrato così presto? - ti domandi. Non gli andava una romantica passeggiata con la sua segretaria particolare (oh, molto particolare) sotto la pioggia?




 

 

 

Commenti

  1. Che sapore amaro, una giornata uggiosa!!! Che colore spento hanno i tuoi occhi!
    Hai disegnato un bel quadro. BRAVA!

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  2. Nonostante l'uggiosa giornata il testo riflette un profondo amore per la natura,per le foglie che non muoiono mai per il cane che si scrolla allegramente la pioggia di dosso. Forse infine anche l'autore si libera della malinconia!

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  3. Sì parlandone la malinconia se n'è andata

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