Seconda lezione.
Il palazzo di via dei Saggidi Ida Canepa
C’era una volta, un grazioso ciuchino di nome IO.
IO amava scorrazzare felice per la campagna, era curioso e ogni giorno cercava di imparare una cosa nuova. In queste sue allegre scorribande spesso condivideva il suo tempo con Marcellino, un ragazzino dagli occhi tristi che tutte le mattine lo aspettava alla staccionata che delimitava il prato dove IO era solito passeggiare.
Sin dal primo incontro, sebbene fosse stato casuale, i due capirono immediatamente che sarebbero stati amici.
IO ofriva il suo dorso al ragazzino e lo portava al ruscello dove, mentre lui beveva l’acqua che scorreva fresca e leggera, Marcellino si divertiva a fare il bagno.
Il pomeriggio, poi, era il momento del riposino all’ombra della vecchia quercia: Marcellino leggeva a voce alta il libro che aveva sempre nello zainetto e IO lo ascoltava pigramente sonnecchiando.
A volte, invece di leggere, Marcellino raccontava della sua vita, di come era cambiata da quando i suoi genitori erano mancati ed era subentrato lo zio Ferdinando. IO lo ascoltava e quando vedeva i suoi grandi occhi neri diventare lucidi gli appoggiava il muso sulle ginocchia...Marcellino lo accarezzava e le sue lacrime tornavano indietro.
Un brutto giorno Marcellino si presentò all’appuntamento in lacrime “Cosa ti succede” gli chiese IO “Lo zio Ferdinando mi ha sgridato perchè dice che perdo troppo tempo a leggere e quindi non lo aiuto abbastanza con la stalla e il pollaio… ieri sera mi ha preso tutti i libri che mi aveva regalato la mamma... li vuole vendere."
“Non ti preoccupare” lo rassicurò IO” qualcosa faremo Marcellino scoppiò a piangere più forte “Mio caro amico, è arrabbiato anche con te. Dice che non posso essere amico di un asino, che ti verrà a prendere e ti venderà alla fiera”.
“ Gli farò vedere io cosa può fare un asino” disse IO e aggiunse “Vai a casa e assecondalo...quanto a me se mi vuole mi verrà a prendere e io lo aspetterò...vai, vai” Marcellino corse via tra le lacrime e IO rimase solo pensando a come intervenire per risolvere il problema. Passarono poche ore che lo zio Ferdinando arrivò alla staccionata a bordo di uno sferragliante autocarro tutto arrugginito.
“Proprio te cercavo, asino maledetto...sali su che ti porto a fare un bel giro, ti porto alla fiera, vedrai che ti piacerà” diceva lo zio tutto infervorato correndo a dritta e a manca inseguendo IO per tutto il prato. IO, però, aveva già il suo piano: si finse improvvisamente docile e si diresse al galoppo verso il cassone del rimorchio e vi entrò mettendo in atto la sua trappola iniziando a ragliare e a girare in cerchi concentrici.
“Stupida bestia” disse lo zio Ferdinando entrando nel furgone alla ricerca di una corda per legare il ciuco. IO, che aspettava quella mossa, con destrezza compì un ennesimo giro su se stesso e, guadagnando l’uscita, spinse Ferdinando contro la parete in fondo al cassone e con lo zoccolo ne chiuse il portellone.
Metà lavoro è fatto, adesso devo andare da Marcellino, disse tra se IO, dirigendosi verso la casa dell’amico incurante delle urla di Ferdinando imprigionato nel suo furgone. “Marcellino, vieni con me, dobbiamo scappare!” disse IO “Ma…” provò a dire il bambino “Non c’è tempo per le chiacchiere, sali in groppa” Marcellino si aggrappò al suo IO stringendolo forte.
IO galoppò per una oretta, attraversò prati e piccole colline fino ad arrivare alla città di Fedora. Qui si diresse in via Dei Saggi e vi si fermò.
“Caro Marcellino, in questo palazzo c’è un posto che chiamano biblioteca, contiene più libri di quanto tu ne possa leggere. Io non ci sono mai entrato perché sono un ciuco ma tu sei un umano e I SAGGI ti accoglieranno con gioia.
Si dice si chiamino proprio cosi “I SAGGI” e che con i libri aiutino le persone smarrite. Racconta loro la tua storia e si prenderanno cura di te”
“E tu?” chiese Marcellino con voce tremolante.
“Io sono un asino, ho bisogno di galoppare non solo con la fantasia ma ti verrò a trovare spesso, giocheremo, tu mi leggerai i libri come abbiamo sempre fatto, non preoccuparti, ci sarò sempre per te” lo rassicurò IO “E magari ti insegnerò a leggere…”
“Marcellino, sono un asino” gli rispose IO sorridendo.
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