Settima lezione.
Abbiamo tutti ricordi del passato.
Alcuni tanto belli da generare il rimpianto, altri meno che a volte ci irrita ricordare.
Di ricordi e di come possono diventare argomenti di narrazione ne abbiamo parlato durante questa lezione e il testo che vi propongo calza perfettamente con l'argomento trattato.
QUELLO CHE STAVO FACENDO ERA COMPLETAMENTE NUOVO PER ME.di Emilia Bove
Non si finisce mai di imparare. Questa frase l’ho sentita
parecchie volte nel corso della mia vita ed ogni volta che mi trovo di fronte a
qualcosa di nuovo la sento rimbalzare nella mia testa come una pallina da ping
pong.
Ed ogni volta è la stessa storia. Quando credi di aver messo
un punto conclusivo pensando di averle provate tutte giri l’angolo e trovi
qualcosa di nuovo che ti stupisce.
Ed è così da quando si nasce.
La prima cosa in
assoluto di importante che ti succede nella vita, ed è completamente e
meravigliosamente nuova è: affrontare i primi passi da solo ed intendo in senso
letterale.
Hai poco più di un anno e fino al giorno prima ti sei destreggiato
nell’avventura e nella scoperta gattonando, con una visione della vita raso
terra e poche cose a portata di mano, poi scopri che afferrando una mano amica o
passando da un mobile all’altro, anche se sei visibilmente instabile, puoi raggiungere
nuovi obiettivi.
A volte sei un po’ frustrato perché la meta non è facilmente conseguibile,
costretto a guardarti intorno ti appigli a qualche gamba gigante per
raggiungere una mano altrettanto enorme e farti accompagnare al traguardo tanto
agognato.
È un tira a molla ingegnoso ed ogni giorno i confini si
allargano.
Poi un giorno ti sollevi in piedi vicino ad una poltrona
impossibile da scavalcare, fermo in mezzo alla stanza e nessuno accorre, sei un
po’ spaurito ma subito qualcosa attira la tua attenzione, vedi tua sorella che
appoggia sul mobile delle cose strane e colorate, non sai cosa siano ma
sembrano dei tesori inestimabili.
Non te ne accorgi nemmeno, lasci la poltrona e sgambettando
ti avvicini a quelle cose preziose e l’afferri prima che le portino via.
Senti urlare, ridere e tutti gli adulti sono attorno a te,
allora stringi ancora più forte nelle mani il bottino conquistato deciso a non
mollarlo troppo facilmente.
Nessuno ci bada, non ti tolgono dai pugni stretti nulla, non
dicono come al solito che è brutto e non si tocca facendo delle facce incomprensibili,
anzi ridono e battono le mani.
“Il mio bambino ha camminato”.
Vedi negli occhi di tua mamma brillare delle lacrime, non
capisci il motivo e ti avvicini ancora senza appoggiarti a nulla.
Tutti applaudono e ti chiedi il perché, non lo sai, in quel
momento proprio non lo capisci ma batti le mani anche tu.
Rimaniamo bambini tutta la vita, le cose migliori le
affrontiamo senza consapevolezza. Ce ne rendiamo conto sempre in ritardo eppure
ogni cosa nuova che succede ci cambia.
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