Buon inizio di settimana dal laboratorio di scrittura creativa dell'Unitre di Alessandria!



L'antica dimora
di Nicoletta Frigo

 Non abbandonava con gli occhi quella finestra dai vetri sporchi, dalla tenda di velluto cremisi che risaliva al tempo di Luigi Filippo. Pensava: sarà alta almeno tre metri! E tutte quelle cornici, i vetri colorati, la maniglia di ottone completamente ossidata…come cavolo ci arrivo sull’arco acuto che sfiora il soffitto? Pulizia acrobatica? Magari un paio di molle sotto le suole e…

«Come le dicevo, la Contessa tiene molto alla pulizia e ora che ha deciso di tornare a vivere qui al castello, si aspetta di trovare tutto al meglio. Lei è la persona giusta. È sveglia e ha buon senso pratico. Ha dieci giorni per rimettere a lucido le stanze, dove vivrà la Contessa. In fondo sono solo quattro, quelle al piano nobile, tutte rivolte a sud. Le più confortevoli. Venga le mostro le altre.»

Seguì perplessa il compassato custode del maniero, vestito come un Lacchè e decisamente fuori tempo, come tutto lì intorno. Passarono in un ampio studio adiacente il salotto dove era stata ricevuta. Anche lì finestre altissime e altissime librerie zeppe di libri e polvere. Odore di chiuso, tappeti bisognosi di un vigoroso intervento. Oltre, una camera da letto assurda, con baldacchino e tende pesanti a fare da scuri, su finestroni, ahimè, sempre svettanti oltre umano limite di accesso… poi il bagno, assai vissuto ma, almeno questo, di dimensioni accettabili.

Pensò: che dire? Di questo lavoro ho bisogno, è ben pagato. È impegnativo ma ce la posso fare.

«Allora, cosa ne dice?» Marcella, così si chiama la giovane candidata alle grandi pulizie, non esita e accetta con entusiasmo. «Domani signorina, le farò vedere dove trovare tutto quello che serve  per il lavoro» e, aperta una porta pesante e scricchiolante, invita la ragazza ad uscire, scendendo l'ampia scalinata che porta al grande atrio di accesso.

Marcella sente i suoi passi rimbombare nel vuoto, non  quelli dell'uomo, perciò si volta: lo vede sospeso e fluttuante, evanescente, quasi traslucido… poi, nel cupo silenzio irrompe una risata, agghiacciante, sovrumana. Dalla balaustra, si affaccia una donna,  livida e scarmigliata. Con gesto repentino si getta di sotto. Forma sul pavimento una macchia gelatinosa che piano riprende sembianze femminili. È  la Contessa… Marcella sente le gambe molli, e il cuore saltare in gola. Urla forte mentre raggiunge il portone e a fatica, fa ruotare i vecchi cardini arrugginiti. Fuori la sera è tranquilla, il buio sta aumentando, una nebbia leggera sale dal fossato e avvolge l’antica dimora. Lei rifiata ma non smette di correre. Solo quando è  al di là  del ponte, si ferma un attimo e tenta di capire. Pensa: come ci sono finita in tutto questo? 



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