Buon inizio di settimana!
Carinadi
Gianna Fossati
Ciò detto scese con lei in cucina e diede un’occhiata in giro, per vedere se c’erano novità a conferma delle sue teorie…
L’occhiata di Pietro fu più che rapida.
Era cambiato tutto: la cucina della nonna come lui
la ricordava non c’era più. Mentre sua figlia Elsa magnificava l’opera del loro
architetto e si lanciava a parlare di piastre a induzione, di tavolo a
scomparsa e di mille novità tecnologiche, come se lui fosse un troglodita
invece che un navigato elettricista in pensione, Pietro cercava invano il
vecchio camino, il tavolo rettangolare con il piano di marmo, il lavello in
pietra con la tendina di cotone a quadretti, il lampadario bianco plissé.
Inutile
cercare gli antichi profumi dei piatti della sua infanzia.
Tutta
quella profusione di faretti e le piastrelle color vino gli facevano girare la
testa.
Quando
aveva deciso di regalare la casa di famiglia a figlia e genero, non aveva
previsto una trasformazione così radicale, ma, infine, quei due, giovani
professionisti in carriera, senza figli, avevano creato un ambiente moderno, scintillante...anche
se più freddo di una sera d’inverno.
Elsa
gli fece notare un’alzatina con frutta come omaggio al gusto di un tempo. E
intanto lui pensava che quella bella mela rossa sembrava più di plastica che di
ceramica.
Non
gli restò che accettare la tisana che lei gli offriva, sedendosi su uno scomodo
sgabello attorno a una penisola.
Le
avrebbe spiegato con calma e pazienza che lui, seppur vedovo da anni e più che
settantenne, aveva già una sistemazione: il suo alloggio un po’ fuori moda, con
vista sulle colline, comodo e rilassante.
E
aveva pure una compagna, la sua badante rumena, donna tranquilla, dolcissima
nei modi, affettuosa al punto di aver accettato infine la sua proposta di
convivere.
Proposta
accompagnata da un semplice anellino su cui Pietro aveva fatto incidere il suo
nome.
Lei
si chiamava Carina.

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