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Visualizzazione dei post da 2024

Quarta lezione

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 Ci piace giocare con i mesi dell'anno. Lo abbiamo fatto nel progetto Agenda e l'ho riproposto quest'anno.  Di fronte all'assegnazione di un esercizio che parte proprio da un titolo, la creatività è libera di esprimersi e di interpretare. Vi propongo uno dei testi prodotti.    Un vecchio di nome Novembre Di Patrizia Cancelliere Comando di Polizia Municipale di Ventimiglia - Verbale n. 5.355   “Oggi, venerdì 31 ottobre 2024, avanti a me, assistente Locurcio Giuseppe, presso il Comando di Polizia di Stato, via Aprosio, 12, compare Mastrolini Stefano, detto “Novembre”, nato il 20 luglio 1950 a Torino, senza fissa dimora, per essere ascoltato in merito all’incidente avvenuto alle ore 16, in data odierna, sulla Passeggiata Oberdan a Ventimiglia, all’altezza del civico 137. La squadra della volante composta da Giorgio Gatti e Walter Rosati era appena intervenuta per operare un sequestro di merci contraffatte esposte arbitrariamente da alcuni soggetti extracomunitari qua

Terza lezione.

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   Più che una lezione un momento di incontro con tutti gli autori del progetto Agenda Unitre 2025 e la progettazione di altri 2 progetti a breve e a lungo termine. L'agenda sarà presentata ai soci (appena sapremo la data sarà nostra premura comunicarla) sicuramente prima della pausa natalizia, degli altri due progetti vi parlerò più diffusamente a tempo debito... Ecco alcuni degli autori (ma non tutti).

Taccuini creativi monotematici.

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  Sarà disponibile da domani 4 novembre 2024 il primo argomento monotematico di «Taccuini Creativi»: Motivazione, strumenti e progetti di scrittura.

Seconda lezione.

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Il palazzo di via dei Saggi di Ida Canepa  C’era una volta, un grazioso ciuchino di nome IO.   IO amava scorrazzare felice per la campagna, era curioso e ogni giorno cercava di imparare una cosa nuova. In queste sue allegre scorribande spesso condivideva il suo tempo con Marcellino, un ragazzino dagli occhi tristi che tutte le mattine lo aspettava alla staccionata che delimitava il prato dove IO era solito passeggiare.  Sin dal primo incontro, sebbene fosse stato casuale, i due capirono immediatamente che sarebbero stati amici. IO ofriva il suo dorso al ragazzino e lo portava al ruscello dove, mentre lui beveva l’acqua che scorreva fresca e leggera, Marcellino si divertiva a fare il bagno.  Il pomeriggio, poi, era il momento del riposino all’ombra della vecchia quercia: Marcellino leggeva a voce alta il libro che aveva sempre nello zainetto e IO lo ascoltava pigramente sonnecchiando.   A volte, invece di leggere, Marcellino raccontava della sua vita, di come era cambiata da

Prima lezione

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  Non ha un titolo specifico, il corso di scrittura creativa proposto quest’anno all’Unitre di Alessandria, ma di sicuro ha incontrato l’interesse di tante persone, poiché la stanza dove ci ritroviamo da anni, è diventata quasi piccola. Per questa ragione mi è stato proposto di cambiarla, di spostarci un’aula più grande ma, almeno per il momento, abbiamo deciso di restare dove siamo. Perché? Perché quando si scrive anche il «luogo» è importante. Ognuno di noi ha il suo. È il posto in cui nessuno, tranne noi e la nostra narrazione potrebbe trovare spazio. In cui la mente si concede di andare oltre la concretezza delle giornate, del lavoro, del presente, per iniziare il suo viaggio nel tempo, vicino o lontano dal presente ma comunque delicato da percorrere. Dopo il primo incontro, nel momento in cui sono stati letti gli esercizi assegnati, il viaggio è cominciato. Prima stazione le fiabe! Parto spesso da quelle nei miei corsi. Le fiabe sono una porta apribile o aperta verso i

La narrazione è un viaggio.

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  Nel laboratorio di Scrittura Creativa di Unitre Alessandria ciò che propongo ogni anno ai partecipanti è un «viaggio» che ha come tappe, l'osservazione e la descrizione di «panorami» differenti. Il programma prevede l'approfondimento di diversi generi, ma solitamente ogni partecipante identifica rapidamente quello che vuole sperimentare in modo continuativo. E' un viaggio finalizzato a individuare, attraverso ciò che viene messo su carta - siano essi racconti reali o di fantasia - le emozioni legate ad antichi o recenti eventi, le relazioni «utili» e non, le ragioni delle scelte fatte, delle reiterazioni vissute, dei conflitti archiviati o lasciati in sospeso, ed ha come meta le ragioni del proprio essere nel qui ed ora, così come siamo. Le caratteristiche che rendono efficaci il narrarsi sono anche il riconoscimento delle proprie fragilità o «incapacità» narrative, l'individuazione di quelle sensazioni che non trovano spazio nel sul foglio bianco, perché complesse d

Partito il nuovo corso di scrittura creativa!

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E' partito lunedì 7 ottobre 2024 il nuovo corso di scrittura creativa presso l'Unitre di Alessandria! Un gruppo numeroso, di persone creative pronte a sperimentare la potenza della scrittura! Siamo al solito posto: all'ex Taglia del Pelo di Alessandria.  Ci vedremo ogni lunedì dalle 16.30 alle 18.00. Obbiettivo primario: acquisire tecniche narrative che consentano a tutti di esprimersi attraverso il proprio processo creativo.  Il confronto con i compagni di corso, attraverso la lettura dei propri testi (passaggio comunque lasciato libero) consentirà di ricevere un feed-back attraverso le parole, gli sguardi, la relazione. Per chi è lontano da Alessandria? Se qualcuno fosse interessato alla creazione di un mino corso on-line (i partecipanti devono essere almeno 5) lasci un commento o mi scriva in privato: cicerimariangela@gmail.com).  

Il racconto di Patrizia Cancelliere

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  Il potere della penna di Patrizia  Cancelliere   Questo accadde in un paesello del modenese, più di 250 anni fa, a quei tempi non era come oggi, la scuola si apriva solamente a chi aveva da pagarsi il maestro. Il signorotto di quella zona, che governava su quelle terre e sugli abitanti, quando era un bambino, odiava lo studio. Il suo babbo, che era ricco e potente,   fece venire un precettore per insegnargli a leggere, scrivere e far di conto.  Ma il ragazzino, che si chiamava Raniero, era testardo e prepotente e il povero maestro, seppur ben pagato, non riusciva a far entrare nulla nella zucca vuota del suo allievo, nemmeno a suon di bacchettate sulle dita. Raniero, invece, primeggiava in tutti gli sport, amava la caccia, la pesca, andare a cavallo e battersi con gli altri bambini ma di studiare non se ne parlava proprio. L’astuto precettore, però, aveva notato che Raniero era grande amico di Edgardo, il figlio del guardacaccia, che, al contrario, era un bambino tranquillo e r

Il racconto di Patrizia Cancelliere

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Incipit tratto da: "Il trillo insistente del telefono lacerò la quiete di un sonno profondo e l’uomo fu costretto a emergere, dolorosamente, dal suo soffice abbandono, per recuperare il senso della realtà. " Tratto da «E infine una pioggia di diamanti» di Sveva Casati Modigliani Samantha di Telephone di Patrizia Cancelliere   Il trillo insistente del telefono lacerò la quiete di un sonno profondo e l’uomo fu costretto a emergere, dolorosamente, dal suo soffice abbandono, per recuperare il senso della realtà. Aveva lavorato, come al solito, tutta la notte e, perciò, dormiva buona parte della giornata. Recuperava il sonno perduto, perdendo, così, buona parte della sua vita. Se ne rendeva conto e se ne rammaricava ma aveva bisogno di quel lavoro ben pagato perché doveva mantenere se stesso, un gatto grasso gran divoratore di crocchette, passare gli alimenti alla sua ex moglie per il mantenimento della figlia, sostenere economicamente la madre, anziana e vedova e fare qualc

Il racconto di Gianna Fossati

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  Il potere dei sogni di Gianna Fossati   Il trillo insistente del telefono lacerò la quiete di un sonno profondo e…..fu costretto a emergere dolorosamente dal suo soffice abbandono, per recuperare il senso della realtà. Antonio faticò assai a capire che quel trillo proveniva dal telefono .Era felicemente immerso nel bel mezzo di un battibecco con la Pina, che gli agitava sotto il naso dei mozziconi da lui colpevolmente scaricati nel sottovaso delle violette africane. Niente irritava di più la Pina: non il fumo delle sigarette ,ma il gesto infantile di occultare le cicche vicino ai suoi amati fiori. E mentre annaspava alla ricerca del cellulare, Antonio si chiese cosa ci facesse sua moglie con quella minigonna di pelle che tanti ma tanti anni prima aveva attizzato i suoi sensi giovanili. E i capelli sciolti sulle spalle? Boh, valli a capire i sogni! “Pronto!” mugolò nel telefono. “Papà, la macchina non parte!” gli urlò suo figlio che si ostinava a crederlo completamente sor

Il racconto di Alessandra Santoboni

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  C’è stato un tempo in cui restare immobile …”salda”... fedele ai suoi sentimenti, alla passione del suo sentire era ciò che riteneva più giusto da fare, certa che quella “fermezza” l’avrebbe ripagata di tanto dolore, ma così non è stato. Quella certezza ha avuto il suo rovescio della medaglia e la vita l’ha portata a intraprendere altre strade, a raggiungere nuove consapevolezze e quella ostinazione ad amare incondizionatamente qualcuno ha ceduto il passo, ha lasciato che il posto dell’amato fosse ora il “SUO” posto. Ha imparato che restare ancorata non salva, lo fa il lasciarsi trasportare, il lasciare che la vita ci abbracci e sollevandoci ci porti a vivere le esperienze che dobbiamo vivere . Solo così, arricchendo la nostra anima di gratitudine per tutto ciò che ci è dato troveremo quella serenità tanto rincorsa. Gloria è in treno quando si sofferma su questo pensiero. E’ su un treno che la riporta per qualche giorno a “casa” e dal finestrino sporco riesce a scorgere le nuvole e i

Il racconto di Patrizia Cancelliere

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 I l testo che inizia con l’incipit tratto da “Il rifugiato dell’abbazia” di Peters. Sei stato grande! di Patrizia Cancelliere   Tutto ebbe inizio come hanno sempre inizio le peggiori tempeste, precedute da calma e quiete, tanto effimere quanto illusorie.  Nell’aula il silenzio era assoluto ma gli animi degli studenti della III A del liceo classico erano in subbuglio. Ciascuno contemplava, con sguardo vacuo, dato l’infimo livello di preparazione dell’intera classe, il testo di Plutarco, autore non facile, ciclostilato malamente sul foglio che il professore aveva appena consegnato.  La distribuzione era stata accompagnata da un discorso che riteneva incentivante. Si era rivolto ai ragazzi sottolineando, in primis, la loro ignoranza cosmica, poi ponendo l’accento sul loro pressapochismo culturale e, infine, ricordando che l’esame di maturità era alle porte. Quella versione, aveva spiegato, poteva fare la differenza: era l’ultima possibilità per essere ammessi, se non con una buona va

Il racconto di Patrizia Cancelliere

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 Incipit: "La famiglia era riunita nel posto riservato ai visitatori" tratto da Il giorno dell'innocenza di Micheal Connely La vita di Angela di Patrizia Cancelliere   La famiglia era riunita nel posto riservato ai visitatori.   Cara Ada, voglio iniziare questa lettera per te condividendo questa immagine che rimarrà per sempre impressa nei miei occhi: la mia famiglia, così estranea, severa e giudicante, che sedeva ingessata e imbarazzata nella sala del convento. La Madre Superiora, che avrebbe dovuto essere pietosa, teneva, invece, una spietata ramanzina a me che, non accettando di prendere il velo, avevo rinnegato il Signore e gettato il disonore sui miei parenti davanti a tutto il paese. Come sai, Ada cara, non mi è stato concesso di terminare l’anno scolastico e prendere la licenza media.   Sono sparita senza una spiegazione, lasciando te, non solo compagna di scuola ma amica e sorella, senza un saluto e un abbraccio. Quella famiglia che, a sette ann

Il racconto di Gianna Fossati

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      MOZART TRA DI NOI   di Gianna Fossati   La famiglia era riunita nel posto riservato ai visitatori ovvero nella sala da pranzo stile Chippendale, orgoglio di mamma, che si apriva solo nelle occasioni particolari: anniversari, ricorrenze, festività. Nelle specchiere delle due credenze che si fronteggiavano, si riflettevano i visi un po’ compunti, forse a disagio, dei presenti. Anna osservandoli pensò a vecchi album di famiglia che immortalavano tutti in pose innaturali. Ovunque aleggiava il profumo di cera che mamma usava per i pavimenti. Sul tavolo un vassoio pronto per il caffè a seguire. Anna si sentiva fuori posto come non mai. Papà aveva insistito ed era stato giocoforza obbedire. Lui stesso aveva sollevato il coperchio della tastiera e passato la mano veloce sui tasti come a togliere una polvere che non c’era, poi aveva avvicinato lo sgabello assicurandosi che fosse esattamente alla sua altezza. Sul divano si erano accomodati i cugini di mamma con il figlio Robe

Il racconto di Patrizia Cancelliere

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  I l fiume delle barchette colorate di Patrizia Cancelliere   C'era una leggenda che gravava sul quel posto. Una di quelle che si appiccicano ai luoghi come un odore persistente. La zona fra le due grandi anse veniva chiamata da tutti “il fiume delle barchette colorate”. I vecchi del paese, soprattutto dopo qualche bicchiere di quello buono, giuravano di averle viste. Raccontavano che, trascinata a valle dalla corrente, la lunga collana di barchette di carta multicolori si snodava sull’acqua soprattutto nei roventi pomeriggi estivi quando il sole a picco, la canzone ipnotica delle cicale, le zanzare, l’odore pungente del fiume, intorpidivano i sensi. Appena la si scorgeva, la stranezza di quell’immagine spingeva ad aguzzare la vista e allora i colori si confondevano e si mescolavano ai riflessi sull’acqua, le barchette apparivano, sparivano o, forse non c’erano mai state. E, sempre, in quel momento si alzava un vento caldo che non portava refrigerio ma che, scivolando tra le f

Il racconto di Patrizia Cancelliere

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  Domande e risposte di Patrizia Cancelliere Le Breton, Le Breton…, non fu lui a dire che una storia ben ordinata dovrebbe cominciare con la nascita del protagonista? Nel mio caso scordatevelo. Non solo perché non è detto che sia io il protagonista di questa storia ma anche e soprattutto perché ho deciso di parlarvi di mio nonno, una persona che ho conosciuto già vecchia e della quale, com’è abbastanza normale, non sono mai riuscito ad immaginare non solo la venuta al mondo o l’infanzia ma nemmeno la giovinezza. Era un uomo di aspetto imponente, con una criniera leonina di capelli sale e pepe ma una barba ben più chiara, quasi bianca. Incuteva soggezione per lo sguardo serio, severo, col quale scandagliava il mondo e le persone. I suoi occhi neri si addolcivano raramente ma sempre quando si posavano su di me. Non avevo molta confidenza con lui, che era una figura misteriosa nella mia famiglia. Quando ho raggiunto l’età delle domande, questo strano anziano di poche parole che gira